LA
PRESENZA DI SATANA
Le
cause del
maleficio: una fattura o il malocchio
CITTA’
DEL VATICANO
A giudizio degli esorcisti, sono quattro le cause per cui una
persona può
cadere nella possessione diabolica o in disturbi di origine
malefica. Può
trattarsi di semplice permissione di Dio, così come Dio può
permettere una malattia, allo scopo di dare alla persona
un’occasione
di purificazione e di meriti. L’hanno subita santi, come Angela da
Foligno,
Gemma Galgani, Giovanni Calabria. Altri sono stati vittime di
disturbi malefici
con percosse e cadute: Curato d’Ars e padre Pio.
La
causa può essere data da un maleficio che si subisce: fattura,
maledizione,
malocchio. Si
espone al rischio di influenze malefiche o di possessione chi si
rivolge a
maghi, cartomanti, stregoni; chi partecipa a sedute spiritiche o a
sette sataniche,
chi si dedica all’occultismo e alla negromanzia. Si
può cadere in mali malefici per il persistere di colpe gravi e
multiple.
Don Gabriele Amorth sacerdote esorcista della
diocesi
di Roma ha avuto casi di giovani dediti alla droga o colpevoli di
delitti
e perversioni sessuali. Ma
su quali sintomi ci si basa per procedere ad un esorcismo?
L’esorcista guarda anche le cartelle cliniche. Certe diagnosi
nascondono
l’incomprensione del vero male che affligge il paziente. Il sintomo
più
significativo è l’avversione al sacro che si manifesta in tante
forme: 1. Ripugnanza alla preghiera e per tutto ciò che è benedetto,
anche senza minimamente sapere che lo è (l’acqua santa che procura
un insopportabile bruciore); 2. Reazioni violente e furiose, in
persona che
di natura è tutt’altro, con bestemmie ed aggressioni anche se
uno prega solo mentalmente; 3. Sintomo culminante: reazioni furiose
della
persona se si prega su di lei o la si benedice.
COME
REAGIRE
VARI
TIPI DI MALEFICIO
Secondo
lo scopo
Amatorio:
per favorire o distruggere un rapporto d’amore con una persona.
Venefico:
per procurare del male fisico, psichico, economico, familiare.
Legamento:
per creare impedimenti ai movimenti, alle relazioni. Transfert: per
trasferire
ad una persona i tormenti fatti a un pupazzo o a una foto della
persona che
si vuole colpire. Putrefazione: per procurare un male mortale,
facendo putrefare
un materiale soggetto alla putrefazione. "Possessione" per
introdurre
una presenza diabolica nella vittima e causarle una vera e propria
possessione.
Secondo
il modo
Diretto:
mediante un contatto della vittima con l’oggetto portatore del male
(ad esempio,
quando si fa bere o mangiare alla vittima qualcosa di "maleficiato"
o "fatturato"). Indiretto: attraverso l’azione malefica compiuta
su un oggetto che rappresenta la vittima .
Secondo
l’operazione
Per
infissione o inchiodamento: con spilli, chiodi, martello, punte,
fuoco, ghiaccio.
Per annodamento o legatura: con lacci, nodi, briglie, nastri, fasce,
cerchi.
Per putrefazione: sotterrando l’oggetto o l’animale-simbolo dopo
averlo "fatturato"
Per maledizione: direttamente sulla persona o su foto, o su un
simbolo di
essa.
Per distruzione con il fuoco: si pratica bruciando più volte
l’oggetto
sul quale si è trasferita idealmente la persona della vittima, per
ottenere, in questa, una forma di consunzione più o meno analoga a
quella della "putrefazione".
Per rito satanico: ad esempio, un culto satanico o messa nera, fatta
allo
scopo di nuocere a qualcuno.
Secondo
il mezzo
Con
fatture: pupazzi o carne, con spilli, ossa di morti, sangue, sangue
mestruale,
rospi, polli.
Con oggetti maleficiati: regali, piante, cuscini, bambole, orologi,
talismani,
(qualsiesi altro oggetto).
Localizzazione
dei sintomi:
la
testa (dolore strano, botte, confusione, stanchezza mentale e
fisica: male
agli occhi, disturbi del sonno, della personalità, del
comportamento.
Lo stomaco (difficoltà digestive, dolori, anoressia, uno strano,
intenso
e diffuso malessere che dallo sterno o bocca dello stomaco sale alla
gola
e alla testa, bulimia, anoressia, vomito)
"Piccate"
nella parte del cuore.
Avversione
al sacro (Distacco dalla preghiera, dalla fede, dalla vita
spirituale cristiana,
allontanamento dai sacramenti e dalla Chiesa, distrazioni,
sbadigli-sonnolenza
nella preghiera, disagio a stare in chiesa, nausea fino allo
svenimento. Disturbi
alla salute (senza spiegazione adeguata e senza cure efficaci);
Disturbi psichici
(Confusione, ossessioni, amnesie, ansia, paura, abulia, incapacità
di concentrazione a studiare, a lavorare. Disturbi nell’affetto e
nell’umore
: nervosismo, litigi continui, freddezza o passionalità immotivata,
tendenza alla depressione, allo scoraggiamento, alla disperazione.
Impedimenti
(nel matrimonio, nel fidanzamento, nello studio, nella carriera,
negli affari;
fallimenti, errori impensabili, strani incidenti. Spinta
alla morte. Segni strani: sentire addosso spilli, chiodi,
trafitture, fuoco,
ghiaccio, serpi, lacci. Rumori strani e fenomeni in casa o nei
luoghi di lavoro
(passi, scricchiolii, colpi, ombre, "presenze", animaletti, lampade
che scoppiano, elettrodomestici che si bloccano, porte, finestre che
si aprono
o chiudono, invasione di insetti. (Per ulteriori approfondimenti
tecnici:
"I segreti degli esorcisti" – Giancarlo Padula, Edizioni Segno –
e su tutta la sintomatologia del maleficio e come combatterla: "Le
vere
armi per combattere con efficacia le potenze del male.
L’ATTIVITA’
DI SATANA
Il
demonio infesta l’uomo per puro odio; è in se stesso odio rivolto al
Cielo e alla Terra, e nella sua furia distruttiva fa quanto Dio gli
concede
per l’avanzamento del bene. Io dividerei l’opera infestatrice del
demonio
nelle seguenti gradazioni, in ordine crescente: TentazioneE’ la
suggestione
operata dal maligno sulla memoria e l’immaginazione umane, al fine
di far
preferire all’uomo il male piuttosto che il bene, o un male maggiore
di contro
a uno minore, o un bene minore di contro a uno maggiore. La
tentazione è
l’attività ordinaria del demonio, nel senso che colpisce tutti gli
uomini in ogni momento (il diavolo non dorme!) e mira
all’allontanamento dell’uomo
da Dio mediante il peccato, che lo porti alla dannazione eterna.
Oppressione
Con
l’oppressione entriamo nell’area delle attività straordinarie del
demonio,
cioè quelle azioni sporadiche (ci teniamo a sottolinearlo) che Dio
talvolta permette a Satana per vagliare l’uomo, per rafforzarlo
nella fede,
per glorificare la Sua Chiesa, o per motivi a noi sconosciuti.
L’oppressione
colpisce i sensi della persona, mediante allucinazioni orrende,
fetori, gelo
improvviso, e l’ambiente circostante: rumori, scricchiolii,
levitazione di
oggetti, ecc.
Vessazione
Fenomeno
grazie al Cielo rarissimo, di portata spirituale comunque minore a
quanto
seguirà. la vessazione è la vera e propria aggressione fisica
da parte dei demoni. Molti Santi ne sono oggetto (pensiamo a Padre
Pio!):
il diavolo, incapace di tentare efficacemente l’uomo di Dio, lo
solleva da
terra, lo sfregia, lo malmena, lo sbatte contro le pareti, finchè
Dio
non interrompe la sua opera distruente. OssessioneQui l’azione di
Satana si
fa più vicina all’unità psicosomatica umana: il demonio introduce
nella mente colpita pensieri di disperazione e odio, muove
(dall’esterno!)
la vittima ad azioni involontarie e autodistruttive, sacrileghe e
innaturali,
la tormenta con visioni spaventose e fenomeni preternaturali
raccapriccianti.
E’ tuttavia un’azione intermittente, cioè la persona ha momenti di
tregua.
Possessione
di primo grado
Talvolta,
misteriosamente, il demonio può invadere la psiche di un essere
umano,
prendendo il controllo del suo corpo e della sua intenzionalità. Il
fenomeno dura finchè non è annullato dall’esorcismo, o per periodi
stabiliti a priori. In questo grado di possessione il demonio è
latente,
si limita ad alterare gli atteggiamenti del posseduto, le sue
reazioni al
sacro, gli istilla sentimenti di disperazione e depressione.
Possessione
di secondo grado
Questa
possessione è più evidente: si manifestano cambi di voce, fenomeni
preternaturali quali la glossolalia, la levitazione, la pirocinesi
(potere
di incendiare gli oggetti a distanza), l’acqua santa produce piaghe
nel corpo
del posseduto, che di per sè manifesta chiaramente di avere un’altra
personalità. In genere per possessione diabolica si intende questa
situazione intermedia.
Possessione
di terzo grado
A
questo grado, lo spirito maligno (o più spiriti) hanno preso un
dominio
tale della persona, da alterare orribilmente persino i suoi tratti
somatici
(che divengono veramente raccapriccianti!), il suo odore, la
temperatura.
Questo è il caso più arduo, e occorrono di solito numerosi esorcismi
per la liberazione definitiva. In effetti, la differenza tra le
ultime tre
gradazioni è solo una sottigliezza, perchè molte volte la persona
passa da una fase all’altra con mutamenti quasi impercettibili.
GLI
ESORCISTI
Gli
esorcisti sono sacerdoti delegati dal vescovo a compiere tale
ministero entro
una diocesi. In antichità ogni cristiano esorcizzava, ma
progressivamente
la Chiesa ha istituito un collegio ecclesiastico "specialistico",
ordinato alla guarigione taumaturgica e alla liberazione dagli
spiriti immondi.
Solo l’esorcista designato dal vescovo è abilitato ad esorcizzare;
i fedeli ed il clero rimanente, sebbene impossibilitati in ciò,
possono
(anzi, devono!) comunque formulare preghiere di liberazione; la più
celebre, che si raccomanda di pronunciare a tutti i credenti quando
sono vessati
da tentazioni e suggestioni diaboliche, è: "In nomine Iesu,
praecipio
tibi, immunde spiritus, ut recedas ab hac creatura Dei." Ad ogni
cristiano,
in virtù della consacrazione battesimale, è data una dignità
regale e sacerdotale che gli permette di sconfiggere i
demoni!L’esorcista
deve essere un sacerdote che "si distingua per pietà, scienza,
prudenza e integrità di vita" (canone 1172 del Diritto Canonico):
caratteristiche che, a ben pensarci, dovrebbero essere proprie di
ogni prete.
Mons. Corrado Balducci (noto demonologo, autore de Il diavolo)
aggiunge che
un esorcista dovrebbe avere anche una discreta cultura
psichiatrica/psicologica,
così da poter discernere la malattia mentale dall’effettiva
infestazione
diabolica.Oggi la gerarchia ecclesiastica sta meditando se affidare
il ministero
esorcistico anche a dei laici con le opportune qualifiche morali e
culturali,
per una partecipazione più viva del laicato alla missione della
Chiesa.
NORME
CANONICHE DA OSSERVARE CON CHI VIENE ESORCIZZATO DAL DEMONIO
1.
Il sacerdote che si appresta a esorcizzare persone tormentate dal
demonio
deve essere munito di speciale ed espressa autorizzazione
dell’Ordinario e
deve essere fornito di pietà, prudenza, integrità di vita;
confidando
non nel suo potere, ma in quello divino; sia distaccato da ogni
cupidigia
dei beni umani, per poter compiere il suo compito religioso mosso da
costante
carità e umiltà. Deve inoltre essere di età matura e
degno di rispetto non solo per l’incarico, ma per la serietà dei
costumi.
2. Perciò per poter adempiere rettamente al suo ufficio, si sforzi
di conoscere molti altri documenti utili al suo compito, scritti da
provati
autori e che qui, per brevità, non indichiamo, e si valga
dell’esperienza;
inoltre deve osservare diligentemente queste poche norme,
particolarmente
necessarie.
3. Prima di tutto non creda facilmente che qualcuno sia posseduto
dal demonio;
a tale scopo sia bene a conoscenza di quei sintomi da cui si
distingue un
posseduto da coloro che sono affetti da una qualche malattia,
soprattutto
psichica. Possono essere segni della presenza del demonio: parlare
correttamente
lingue sconosciute o capire chi le parla; conoscere fatti distanti o
nascosti;
dimostrare di avere delle forze superiori all’età e alla naturale
condizione;
e altri fenomeni di questo genere che più sono numerosi e più
sono indicativi.
4. Per acquistare una maggiore conoscenza dello stato della persona,
dopo
uno o due esorcismi, egli interroghi il posseduto su quanto ha
percepito nella
mente o nel corpo; per conoscere anche a quali parole i demoni si
siano maggiormente
turbati, per insistervi e ripeterle con più frequenza in seguito.[E’
risaputo che i demoni sono tormentati in modo particolare
dall’invocazione
dell’Incarnazione, Passione e Morte in Croce del Signore, per i
seguenti motivi:
1) esse hanno liberato l’uomo dalla schiavitù satanica; 2) ricordano
ai diavoli l’infinita umiltà di Dio, di contro alla loro
irredimibile
superbia (vedi Metapsicologia); a detta di don Amorth, inoltre, gli
spiriti
immondi sarebbero molto afflitti dall’invocazione della Beata
Semprevergine
Maria, perchè: 1) fu costituita da Dio quale futura avversaria del
Serpente, a cui avrebbe schiacciato la testa (Gn 3, 15); 2) Ha dato
carne
al Redentore del mondo; 3) Essendo stata preservata dal peccato e
assunta
in Cielo, è il modello e "l’anticipo" di tutti i credenti,
e dunque pieno fallimento di Satana; n.d.r.]
5. Si renda conto di quali artifici e inganni usino i demoni per
fuorviare
l’esorcista: infatti sono soliti rispondere con menzogne; si
manifestano difficilmente
affinchè l’esorcista, ormai stanco, ci rinunci; oppure il colpito si
finge malato e non posseduto dal demonio.
6. Talvolta i demoni, dopo essersi manifestati, si nascondono e
lasciano il
corpo libero da ogni molestia, così che il colpito crede di essere
totalmente liberato. Ma l’esorcista non cessi finchè non vede i
segni
della liberazione.
7. Talvolta poi i demoni pongono in atto tutti gli impedimenti che
possono
perchè il malato non si sottoponga agli esorcismi, o si sforzano di
convincere che si tratta di una malattia naturale; qualche volta,
durante
l’esorcismo, fanno sì che il malato dorma e gli mostrano una qualche
visione, nascondendo se stessi, perchè sembri che il malato sia
liberato.
8. Alcuni dichiarano di aver ricevuto un maleficio, dichiarando
anche da chi
è stato fatto e in che modo vada distrutto. Ma si stia attenti che
per questo non ci si rivolga a maghi, o a indovini o ad altri,
anzichè
ricorrere ai ministri della Chiesa; che non si ricorra a nessuna
forma di
superstizione o ad altri mezzi illeciti.
9. Altre volte il demonio permette che l’infermo riposi e riceva la
Santissima
Eucaristia, perchè sembri che se ne sia andato. Inoltre sono
innumerevoli
gli artifici e le frodi del demonio per ingannare l’uomo; per non
lasciarsi
imbrogliare da questi modi l’esorcista deve essere molto prudente.
10. Perciò l’esorcista, memore di quanto ha detto il Signore, che
certo
genere di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno
(Matteo
17,21), si sforzi di fare uso di questi due potentissimi rimedi per
impetrare
l’aiuto divino ed espellere i demoni, secondo l’esempio dei Santi
Padri, in
quanto gli è possibile, o personalmente o incaricandone altri.
11. I posseduti vengano esorcizzati in chiesa, se si può fare
comodamente,
o in un altro locale religioso e conveniente, lontano dalle folle.
Ma se il
posseduto è ammalato, o per altro giusto motivo, si può compiere
l’esorcismo anche in casa.
12. Venga avvisato il posseduto, se è in grado fisicamente e
mentalmente
di farlo, di pregare a suo vantaggio, di digiunare, di ricevere
spesso la
confessione e la comunione a suo sostegno, secondo il consiglio del
sacerdote.
E mentre viene esorcizzato, che stia raccolto, che si rivolga a Dio
con ferma
fede per chiedergli la salute con tutta umiltà. E mentre viene
maggiormente
tormentato, sopporti con pazienza, senza mai dubitare dell’aiuto di
Dio.
13. Abbia il Crocifisso nelle mani o in vista. Anche le reliquie dei
Santi,
quando si possono avere; tenute con sicurezza e avvolte
convenientemente,
possono essere poste con riverenza sul petto o sul capo del
posseduto. Ma
si stia attenti che gli oggetti sacri non vengano trattati in modo
indegno
o possano subire danno dal demonio. Non si ponga la santissima
Eucaristia
sul capo del posseduto o su altra parte del suo corpo, per il
pericolo di
irriverenza.
14. L’esorcista non si perda in molte parole, né in domande
superflue
o di curiosità, soprattutto riguardo a fatti futuri o nascosti, che
non si addicono al suo ufficio [e che lo assimilirebbero ad un
indovino o
a un negromante; n.d.r]. Ma imponga allo spirito immondo di tacere e
di rispondere
solo alle sue domande; e neppure gli creda se il demonio finge di
essere l’anima
di un qualche Santo, o di un defunto, o di un Angelo buono.
15. Le domande necessarie da farsi sono, ad esempio, quelle sul
numero e sui
nomi degli spiriti presenti, sul tempo in cui sono entrati, sulla
causa della
possessione, e altre simili. Quanto alle altre futilità del demonio,
il riso, le inezie, l’esorcista le tronchi o le disprezzi; e
ammonisca i presenti,
che debbono essere pochi, di non farne caso e di non rivolgere
domande al
posseduto; ma piuttosto di pregare Dio per lui, con umiltà ed
insistenza.
16. Gli esorcismi vanno detti o letti comandando con autorità, con
grande fede, umiltà e fervore; e quando ci si accorge che lo spirito
è più tormentato, allora si insista e lo si incalzi con più
forza. Qualora ci si accorga che il posseduto soffre in qualche
parte del
corpo, o è colpito, o compare in qualche parte un bubbone, vi si
faccia
il segno della croce e si asperga con acqua benedetta, che si deve
sempre
avere pronta.
17. L’esorcista osservi anche a quali parole i demoni tremano di più
[vedi nota al punto 4; n.d.r.], e le ripeta più volte; e quando
giunge
al comando, lo ripeta spesso, aumentando sempre la punizione. Se poi
nota
un progresso, conitnui per due, tre, quattro ore, e più che può,
fino a conseguire il successo.
18. Si guardi inoltre l’esorcista dal somministrare o consigliare
una qualsiasi
medicina, ma lasci ai medici questo compito.
19. Esorcizzando una donna, sia sempre presente qualche persona
fidata, che
tenga stretta la posseduta mentre viene agitata dal demonio; se è
possibile,
queste persone siano della famiglia della posseduta. Inoltre
l’esorcista,
geloso della delicatezza, si guardi bene dal dire o fare qualsiasi
cosa che
possa essere per lui o per gli altri occasione di cattivi pensieri.
20. Durante l’esorcismo, usi di preferenza le parole della S.
Scrittura, anzichè
quelle proprie o di altri. E imponga al demonio di dire se è entrato
in quel corpo in seguito a magia, o a segni malefici, o a cose
maleficiate
che il posseduto ha mangiato; in questo caso le vomiti; se invece ci
si è
serviti di cose esterne alla persona, dica dove sono e, dopo averle
trovate,
si brucino. Si avverta il posseduto di rivelare all’esorcista le
tentazioni
a cui viene soggetto. 21. Se poi il posseduto venisse liberato, lo
si ammonisca
con cura di guardarsi dal peccato per non offrire al demonio
l’occasione di
ritornare; in questo caso la sua condizione potrebbe diventare
peggiore di
quella di prima della liberazione. (can.
1172 segg. del Diritto Canonico).